I contorni sono il limite,
la frattura tra le cose ed il mondo.
Scompaginarli, sfumarli, negarli
significa desiderio di abbracciare il tutto
di lasciarsi abbracciare dal tutto
di superare la scissione cui siamo condannati.
Accentuare i contorni in maniera esagerata
significa soffrire e disperare soli e prigionieri.
Mettere le figure a posto nei loro contorni netti e puliti,
significa computare il mondo, catalogarlo,
senza disperazione del limite e senza ebbrezza
del suo, pur ideale, trascendimento!
Ciro D'Alessio
sabato 31 marzo 2012
I contorni
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lunedì 19 marzo 2012
Il sogno della Realtà
Il sogno della realtà
Durante gli incubi
si sogna d' esser svegli.
La semplice realtà che altre volte aneliamo
a superare, in quest' angoscia diventa
il nostro bisogno più pressante,
la nostra trascendenza.
Desiderio di essere nella concretezza
corposa del mondo, di respirare aria
terrena, luce naturale, sole...
Questo sogniamo noi abitatori
dell' incubo contemporaneo.
Ciro D'Alessio
Durante gli incubi
si sogna d' esser svegli.
La semplice realtà che altre volte aneliamo
a superare, in quest' angoscia diventa
il nostro bisogno più pressante,
la nostra trascendenza.
Desiderio di essere nella concretezza
corposa del mondo, di respirare aria
terrena, luce naturale, sole...
Questo sogniamo noi abitatori
dell' incubo contemporaneo.
Ciro D'Alessio
domenica 11 marzo 2012
arte e natura
Se ci atteniamo alle parola "artefatto", artificiale, all' espressione "fatto ad arte", all' arcaico "artatamente", la parola "arte" significa ciò che è antitetico alla natura.
L' artefatto si contrappone alla cosa naturale e cioè che è fatto ad arte a ciò che vien fatto naturalmente. Contrapposizione analoga si presenta nella lingua tedesca, dove kunstlerisch, che ha nella sua radice Kunst, arte, significa artificiale, mentre kunstisch significa "artistico" nella moderna concezione del termine.
Ora tra artistico ed artificiale passa una bella differenza, soprattutto alla prima parola si associa una valenza positiva mentre alla seconda, solitamente, negativa.
Eppure se vogliamo indagare il rapporto arte-natura, dobbiamo tenere presente che arte, prima che qualsiasi mimesi, creatività, etc, significa banalmente, innanzitutto e per lo più, ciò che è fatto dall' uomo e che non si presenta in natura.
Difatti quando si studia la storia dell' arte primitiva, si suole prendere in considerazione qualsiasi manufatto umano come esempio di arte e solo in epoca più tarda ci si concentra su quei manufattio che non hanno finalità pratica immediata, riservando a loro il termine "arte", ed escludendo man mano dal campo di indagine della storia dell' arte gli oggetti utili.Se così stanno le cose, l' arte che prende a proprio tema la natura diviene di estremo interesse; essa infatti prende a proprio tema proprio ciò che è altro da sé e dalla cui scissione è nata. E' come se andasse alla ricerca delle sue antiche origine, o tentasse di ricomporre idealmente la frattura originaria da cui nacque. Questa infatti le sfugge per definizione: qualsiasi cosa sia l' arte, non è una cosa naturale. Sembrare naturale, nascondere l' artificio, è un ideale spesso ricorrente, e cela il desiderio dell' arte di impossessarsi in qualche modo della natura, nascondendo il carattere negativo da cui è nata.Si cela dietro questa desiderio di natura, un desiderio di assoluto. La negazione del prorpio limite, infatti, è l'assoluto. Ciò che riesce a mangiarsi i propri limiti, ad impossessarsi delle proprie condizioni di esistenza, a negare ciò che lo nega, non ha più condizioni, limiti, negazioni ed è infinito ed assoluto. Ecco perché il correre dietro la natura, checché ciò significhi, è sempre stato un pallino dominante dell' arte, perché raggiungere la natura significa in qualche modo superare se stessa, trascendersi, sublimarsi.
Ciro D'Alessio
L' artefatto si contrappone alla cosa naturale e cioè che è fatto ad arte a ciò che vien fatto naturalmente. Contrapposizione analoga si presenta nella lingua tedesca, dove kunstlerisch, che ha nella sua radice Kunst, arte, significa artificiale, mentre kunstisch significa "artistico" nella moderna concezione del termine.
Ora tra artistico ed artificiale passa una bella differenza, soprattutto alla prima parola si associa una valenza positiva mentre alla seconda, solitamente, negativa.
Eppure se vogliamo indagare il rapporto arte-natura, dobbiamo tenere presente che arte, prima che qualsiasi mimesi, creatività, etc, significa banalmente, innanzitutto e per lo più, ciò che è fatto dall' uomo e che non si presenta in natura.
Difatti quando si studia la storia dell' arte primitiva, si suole prendere in considerazione qualsiasi manufatto umano come esempio di arte e solo in epoca più tarda ci si concentra su quei manufattio che non hanno finalità pratica immediata, riservando a loro il termine "arte", ed escludendo man mano dal campo di indagine della storia dell' arte gli oggetti utili.Se così stanno le cose, l' arte che prende a proprio tema la natura diviene di estremo interesse; essa infatti prende a proprio tema proprio ciò che è altro da sé e dalla cui scissione è nata. E' come se andasse alla ricerca delle sue antiche origine, o tentasse di ricomporre idealmente la frattura originaria da cui nacque. Questa infatti le sfugge per definizione: qualsiasi cosa sia l' arte, non è una cosa naturale. Sembrare naturale, nascondere l' artificio, è un ideale spesso ricorrente, e cela il desiderio dell' arte di impossessarsi in qualche modo della natura, nascondendo il carattere negativo da cui è nata.Si cela dietro questa desiderio di natura, un desiderio di assoluto. La negazione del prorpio limite, infatti, è l'assoluto. Ciò che riesce a mangiarsi i propri limiti, ad impossessarsi delle proprie condizioni di esistenza, a negare ciò che lo nega, non ha più condizioni, limiti, negazioni ed è infinito ed assoluto. Ecco perché il correre dietro la natura, checché ciò significhi, è sempre stato un pallino dominante dell' arte, perché raggiungere la natura significa in qualche modo superare se stessa, trascendersi, sublimarsi.
Ciro D'Alessio
sabato 10 marzo 2012
La luce
La luce rompe la chiusura delle cose dal mondo.
Le scompone e le mette in relazione.
Le investe e le circonda, le rende cangianti e vibranti.
Alla luce le cose non sono mai ferme,
ma sempre svelano un intimo palpito, un fremito vibrante.
La luce non viene dalle cose, ma da fuori,
le trascende.
Le cose assorbono la luce, la elaborano, la colorano
e poi la riflettono, la rimandano indietro diversa da come l’ hanno ricevuta.
E la luce stessa, investendo le cose, le cambia,
le scompone in luci ed ombre, in riverberi, brilli e riflessi.
Nella realtà le cose sono sempre immerse nella luce.
La cosa al di là della luce è solo un astrazione.
Le scompone e le mette in relazione.
Le investe e le circonda, le rende cangianti e vibranti.
Alla luce le cose non sono mai ferme,
ma sempre svelano un intimo palpito, un fremito vibrante.
La luce non viene dalle cose, ma da fuori,
le trascende.
Le cose assorbono la luce, la elaborano, la colorano
e poi la riflettono, la rimandano indietro diversa da come l’ hanno ricevuta.
E la luce stessa, investendo le cose, le cambia,
le scompone in luci ed ombre, in riverberi, brilli e riflessi.
Nella realtà le cose sono sempre immerse nella luce.
La cosa al di là della luce è solo un astrazione.
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