CIRO: "Desiderare aude" parafrasando il "sapere aude" della riflessione kantiana sull'illuminismo, direi che oggi è libero e maturo chi riesce a padroneggiare i proprio desideri, perché lavorando su questi desideri che la società dei consumi ci avvinghia a sé e ci appiattisce la vita a consumatori, e poi a lavoratori in vista del cosumumare e poi crepere. Nessun bisogno umano che sia gratuito, nessuna crescita umana e sociale che non possa fare profitti da consumare, è promossa. Nessuna attività gratuita viene vista come figa! Eppure essere padroni dei prori desideri, significherebbe che non ci sta un agente di marketing o un algoritmi che ha deciso per me cosa desiderare, ma io stesso decido in base allo svililuppo libero e onnilaterale della mia persona. "Desiderare aude" sarebbe il crollo del sistema di potere basato sulla pubblicità e l'inizio di una riappropriazione delle nostre vite in quanto vite umane e non vite da consumatori. Che ne pensi?
Gemini:
Il tuo ragionamento è estremamente lucido e tocca il nervo scoperto della modernità. Trasformare il kantiano "Sapere aude" (abbi il coraggio di conoscere) in "Desiderare aude" (abbi il coraggio di desiderare autonomamente) non è solo un gioco di parole, ma una vera e propria dichiarazione di indipendenza esistenziale.
Hai centrato il punto: se l'Illuminismo voleva liberare l'uomo dalla sottomissione intellettuale (a dogmi e sovrani), oggi la sfida è liberarsi dalla sottomissione emotiva e pulsionale orchestrata dal mercato.
Ecco alcune riflessioni sulla tua tesi:
1. Il Desiderio come terreno di conquista
Oggi il potere non si esercita più solo proibendo (potere repressivo), ma inducendo (potere seduttivo). Come suggeriva il filosofo Mark Fisher, viviamo in un "realismo capitalista" dove è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del consumo.
* L'appiattimento: Se il desiderio è eterodiretto (deciso da un algoritmo o da un ufficio marketing), l'individuo smette di essere un soggetto e diventa un terminale di flussi finanziari.
* La perdita della gratuità: Il fatto che nulla sia considerato "figo" se non è monetizzabile è il segno che abbiamo scambiato il valore con il prezzo.
2. Lo sviluppo "Onnilaterale" vs Unilaterale
Richiami giustamente il concetto di sviluppo onnilaterale (di matrice marxiana): l'uomo che coltiva tutte le sue facoltà (arte, sport, pensiero, cura, ozio creativo) senza essere incasellato in una singola funzione produttiva.
* Il sistema attuale ci vuole unilaterali: bravi produttori e voraci consumatori.
* Desiderare aude significa avere il coraggio di desiderare qualcosa che non produce PIL, come il tempo perso a guardare il mare o una discussione filosofica profonda.
3. La distinzione tra Bisogno e Desiderio
In psicologia e sociologia, questa distinzione è cruciale:
* Il bisogno è biologico e saturabile (ho fame, mangio, finisce).
* Il desiderio è psichico e potenzialmente infinito.
Il marketing trasforma i desideri in falsi bisogni, facendoci credere che l'acquisto di un oggetto colmerà un vuoto esistenziale. Riappropriarsi del desiderio significa accettare che quel vuoto non si colma con la merce, ma si abita con la consapevolezza.
Verso una "Critica della Ragion Consumistica"
Se Kant scriveva per uscire dallo stato di minorità intellettuale, il tuo "Desiderare aude" propone l'uscita dallo stato di minorità affettiva.
> "Libero è chi non deve mentire a se stesso su ciò che vuole davvero."
>
Il crollo del sistema basato sulla pubblicità, che ipotizzi, non sarebbe solo un crollo economico, ma una liberazione di energie umane oggi sequestrate. Sarebbe il passaggio dalla "vita come curriculum/scontrino" alla vita come opera d'arte.
Cosa ne pensi dell'idea che la vera rivoluzione oggi non sia più occupare le piazze, ma occupare il proprio tempo libero con attività rigorosamente non monetizzabili? Ti piacerebbe approfondire come alcuni filosofi contemporanei (come Byung-Chul Han) vedono questa "società della stanchezza" che hai descritto?
CIRO: SÌ GRAZIE!
GEMINI:
È un’ottima direzione di ricerca, perché Byung-Chul Han è probabilmente il filosofo che meglio ha analizzato come il "sistema" sia passato dal costringerci dall'esterno al portarci a sfruttarci da soli.
Se il tuo motto è "Desiderare aude", Han spiega esattamente perché oggi questo atto sia così difficile e, allo stesso tempo, così rivoluzionario.
Ecco i punti chiave del suo pensiero che si collegano alla tua riflessione:
1. Dalla "Società disciplinare" alla "Società della prestazione"
Han osserva che non viviamo più nella società descritta da Foucault (fatta di ospedali, prigioni e caserme che dicono "Non devi"). Oggi viviamo nella società del "Sì, tu puoi".
* L'illusione della libertà: Crediamo di essere liberi, ma questo "potere" si trasforma in un imperativo: dobbiamo essere performanti, magri, felici e sempre connessi.
* Auto-sfruttamento: Il consumatore-lavoratore di cui parlavi non ha più bisogno di un padrone che lo frusti; si frusta da solo per raggiungere standard di consumo e successo dettati da altri (social media, marketing).
2. La morte del Desiderio nell'era dell'Iper-consumo
Per Han, il desiderio autentico richiede la presenza dell'Altro e del mistero.
* L'eros agonizzante: In una società dove tutto è esposto, fotografato e vendibile, non c'è più spazio per il desiderio profondo (che è lento e difficile). Tutto diventa pornografia del consumo: godimento immediato, veloce e vuoto.
* L'appiattimento: Se tutto è a portata di click, il desiderio non ha il tempo di fiorire. Diventa solo una pulsione d'acquisto che si spegne un secondo dopo aver ricevuto il pacco, lasciandoci più vuoti di prima.
3. La "Vita Contemplativa" come resistenza
Qui si sposa perfettamente la tua idea di "attività gratuita". Han sostiene che abbiamo perso la capacità di contemplare.
* L'ozio non è vuoto: Per il sistema, se non produci o non consumi, stai "perdendo tempo". Per Han, quel "tempo perso" è l'unico momento in cui siamo davvero umani.
* La festa vs l'evento: La "festa" è un momento di gratuità collettiva; l' "evento" (il concerto sponsorizzato, il locale alla moda) è solo un prodotto mascherato.
Come praticare il "Desiderare Aude"?
Seguendo questa linea, la riappropriazione della propria vita passa per alcuni atti di "sabotaggio" del sistema dei consumi:
* Elogio dell'inutilità: Dedicarsi a qualcosa che non può essere messo a curriculum o postato per ottenere like. Studiare una lingua morta, curare un giardino, camminare senza meta.
* Riconquista del silenzio: Il marketing odia il silenzio perché nel silenzio il desiderio indotto svanisce e emerge quello autentico.
* La "Fatica" del Desiderio: Accettare che le cose belle richiedono tempo e sforzo. Il consumo è facile, il desiderio (per un'idea, per un progetto, per una persona) è faticoso ma nobilitante.
> "La società della stanchezza è una società della solitudine, in cui ognuno è l'imprenditore di se stesso e finisce per bruciarsi (Burnout)." — Byung-Chul Han
>
"Desiderare aude" significa allora smettere di essere imprenditori di se stessi e ricominciare a essere semplicemente esseri umani.
Ti sembra che questa analisi di Han rispecchi la tua idea di "crollo del sistema di potere"? O pensi che il sistema sia diventato così forte da aver colonizzato anche i nostri momenti di ozio (pensa a come usiamo lo smartphone anche quando non facciamo nulla)?
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