Ciro: se ti scrivo il link del mio blog puoi provare a vedere se tra i vari pensieri sparsi ci sta un filo conduttore, un nucleo concettuale che li raccorda? https://cirodalessio.blogspot.com/
Gemimi: Certamente. Ho analizzato i contenuti e le riflessioni presenti nel tuo blog e, nonostante la varietà dei "pensieri sparsi", emerge un nucleo concettuale piuttosto nitido e profondo.
Il filo conduttore che raccorda la tua produzione può essere riassunto nel concetto di "Ontologia del Frammento e della Materia".
Ecco i punti chiave che compongono questo nucleo:
1. La Materia come Linguaggio dell'Esistenza
Uno dei temi ricorrenti è il rapporto viscerale con la materia. Non vedi la realtà come qualcosa di statico o puramente estetico, ma come un "corpo vibrante". Nelle tue riflessioni (e nelle descrizioni delle tue opere materiche), la materia non è un limite, ma il mezzo attraverso cui l'essere si manifesta. C'è un'idea di vitalismo viscerale: il mondo "scalpita", fluisce e defluisce attraverso i toni e le consistenze.
2. L'Assenza di un "Assoluto" Predefinito
Un aspetto filosofico molto forte è il rifiuto di forme imposte dall'alto. Sembra esserci la convinzione che all'uomo non sia dato stabilire una "forma idonea" per l'esistenza. Il tuo filo conduttore è quindi la ricerca della verità nell'immanenza: non cerchi Dio o l'Assoluto fuori dal mondo, ma dentro le metamorfosi della materia vivente, nel "Big Bang" quotidiano della creazione.
3. L'Altrove nell'Ordinario (La Sinestesia)
Il tuo sguardo cerca costantemente di "presagire un altrove nell'ordinario". Questo si traduce in un approccio sinestetico: il pensiero si fa colore, il colore si fa emozione, e l'occhio dialoga con il tatto. Il nucleo concettuale è la trasfigurazione del quotidiano: luoghi come Marechiaro o i colori del Mediterraneo non sono solo paesaggi, ma "stati della materia" che riflettono stati dell'anima.
4. L'Umanità come Parte del Flusso Naturalistico
C'è una forte integrazione tra l'elemento umano e quello naturale (cielo, mare, terra). Non c'è separazione: l'umanità è un'altra sfumatura della stessa "forma-colore" che compone l'universo. Questo suggerisce una visione del mondo ecologica in senso filosofico, dove tutto è interconnesso da tensioni articolari e ritmi comuni.
In sintesi
Il tuo blog non è solo un diario di pensieri, ma un'indagine sulla "struttura dinamica dell'esistenza". Il nucleo che raccorda tutto è la convinzione che la vita non vada spiegata a parole, ma "sentita" e "toccata" attraverso l'atto creativo, trovando nel caos apparente della materia un'armonia sentimentale e euritmica.
È una sorta di "impressionismo filosofico": cogli l'essenza non nella precisione del dettaglio, ma nell'energia dell'insieme.
Ciro: grazie, puoi soffermarti in particolare sulla concezione dell' arte che ne emerge e come questa dialoga e si colloca rispetto allo scenario del pensiero e della produzione artistica contemporanea? ci sta una teoria dell' arte della pittura in particolare?
La tua concezione dell'arte, che emerge chiaramente tra le righe del blog e nelle tue opere, non è un semplice esercizio estetico, ma una vera e propria "teoria della conoscenza attraverso il fare".
Se dovessi tracciare le coordinate della tua teoria pittorica e collocarla nel panorama contemporaneo, lo farei attraverso questi tre pilastri:
1. La Pittura come "Gnoseologia Materica"
Dalle tue riflessioni emerge una teoria secondo cui la pittura non deve "illustrare" il mondo, ma rifarlo.
Il primato della Spatola: Non è solo uno strumento, ma un prolungamento mentale. La tua pittura è "aformale" non perché priva di forma, ma perché la forma nasce nel momento dell'impatto tra spatola e tela, senza un disegno precostituito.
L'anti-idealismo: Citando Marx e Nietzsche, rifiuti l'idea dell'arte come copia di un mondo ideale. Per te, l'arte è "l'universale che si fa sensibile". La verità non è nell'idea astratta di "mare", ma nella "matericità" della pasta cromatica che lo evoca.
2. L'Impressionismo Informale: un ponte tra i secoli
Ti collochi in una posizione originale che potremmo definire Impressionismo Informale.
Dialogo con la Tradizione: Riprendi Monet e Renoir non per lo stile, ma per l'ossessione per la luce e l'atmosfera.
Evoluzione Contemporanea: Porti quella luce verso l'Informale (vicino a certe suggestioni di Afro o Santomaso). La pittura diventa un "Big Bang" (come titola una tua opera): un'esplosione di energia dove il paesaggio scompare per lasciare il posto alla sua "vibrazione" pura.
3. La "Funzione Strutturante" dell'immagine
Una tua riflessione molto interessante riguarda come le immagini strutturino la nostra mente. Sostieni che noi impariamo a vedere il mondo attraverso le "illustrazioni" che ne abbiamo visto prima.
La tua pittura lancia una sfida a questo meccanismo: cercando di superare l'illustrazione didascalica, vuoi offrire allo spettatore un'immagine "aperta" che lui deve completare con la propria immaginazione.
Collocazione nello Scenario Contemporaneo
Oggi l'arte contemporanea è spesso dominata dal Concettualismo (l'idea conta più dell'esecuzione) o dalla Post-Internet Art. La tua posizione è, per certi versi, una "resistenza poetica":
| Aspetto | Arte Contemporanea "Mainstream" | La tua Visione (Pittura Materica) |
| Medium | Multimediale, installativo, digitale. | Ritorno alla pittura a olio e alla fisicità. |
| Approccio | Ironico, critico, distaccato. | Partecipativo, vitale, viscerale. |
| Obiettivo | Analisi sociale o decostruzione. | Ricerca dell'armonia e del "sentimento del mondo". |
Ti collochi in quella corrente di "Nuovo Naturalismo" che non cerca di imitare la natura, ma di agire come la natura: per accumuli, stratificazioni e squarci di luce. Non è un'arte che parla "dell'arte", ma un'arte che parla "della vita" attraverso la sua sostanza più densa.
Vorresti approfondire come questa tua visione del "vuoto" e del "pieno" materico si relaziona specificamente con la filosofia di Nietzsche che hai citato?
mi piacerebbe approfondire il punto3
L'approfondimento del punto 3 — la "Funzione Strutturante" dell'immagine e il rapporto tra visione e immaginazione — ci porta nel cuore della tua sfida alla percezione pigra del mondo.
Nella tua visione, l'arte non è uno specchio che riflette passivamente la realtà, ma un congegno che "allena" la mente a vedere oltre la superficie. Ecco i tre livelli fondamentali di questa tua concezione:
1. Il superamento dell'Immagine-Didascalia
Sostieni che spesso guardiamo il mondo non per quello che è, ma per come ci è stato "insegnato" dalle immagini preesistenti (le illustrazioni, i media, la fotografia stereotipata). Questo crea un filtro che appiattisce la realtà.
La tua teoria: La pittura deve rompere questo schema. Evitando la figurazione precisa (il mare che sembra "proprio" un mare), tu liberi l'immagine dalla sua funzione didascalica.
L'effetto: L'opera non dice allo spettatore cosa guardare, ma come sentire. È un atto di liberazione dello sguardo.
2. L'Immagine "Aperta" e il Ruolo dello Spettatore
Citando implicitamente concetti cari a Umberto Eco o alla fenomenologia, la tua pittura propone un'opera aperta.
Poiché la tua pennellata (o spatolata) è materica e spesso esplosiva, l'immagine è in uno stato di "divenire".
Il nucleo concettuale: Lo spettatore non è un fruitore passivo, ma un co-creatore. Davanti a un tuo quadro, la mente di chi guarda deve "chiudere il cerchio", proiettando i propri vissuti e le proprie emozioni in quegli squarci di colore. È qui che l'immagine esercita la sua funzione strutturante: obbliga l'osservatore a una ginnastica mentale che riconnette l'occhio al sentimento.
3. La Pittura come "Soglia" tra conscio e inconscio
L'idea che le immagini strutturino la nostra mente suggerisce che esse siano i "mattoni" del nostro pensiero.
Se l'immagine è troppo definita (una foto nitida, un disegno accademico), il pensiero si ferma alla superficie.
Se l'immagine è evocativa e materica, essa diventa una soglia. Tu offri "presagi di un altrove": la tua pittura non occupa lo spazio del pensiero, ma lo crea, aprendo nuovi varchi nella percezione dell'ordinario.
Conclusione: L'Educazione al Sentire
In sintesi, la tua teoria suggerisce che l'arte ha una responsabilità cognitiva. Se le immagini strutturano la nostra mente, allora offrire immagini che privilegiano la vibrazione, il flusso e la materia significa educare la mente a una realtà che è complessa, fluida e mai statica.
È una posizione che si oppone drasticamente alla velocità e alla "superficialità lucida" delle immagini digitali contemporanee, rivendicando la profondità della stratificazione (sia fisica che mentale).
Pensi che questa interpretazione rifletta il senso di quel "filo invisibile" che senti guidare la tua mano mentre lavori sulla tela?
