venerdì 11 luglio 2025

Arte contemporanea e capitalismo liquido

CIRO:
L'arte contemporanea con la sua tendenza a voler superare i materiali, le tecniche, gli spazi e i ruoli che sono stati dell'arte per millenni, con la sua tendeza a smaterializzarsi e farsi liquida, può essere considerta il rispecchiamento di alcune dinamiche del capitalismo liquido, come quel movimento che dopo aver ridotto a merce la realtà, e la merce a finanza, si allontana sempre più dalla concretezza del reale, dai suoi bisogni, dai suoi valori d'uso? Aveva ragione Zigmnut Bauman a considerare l'arte contemporanea una copertura ideologica del capitalismo liquido? Gli artisti contemporanei, spesso rifuggono dal creare opere materiali, per evitare la loro mercificazione, ma così facendo incorrono nella ben più contemporanea e tetra mercificazione dell'informazione o dell'idea, alla sua finanziarizzazione per così dire.


GEMINI: 

L'Arte Contemporanea come Specchio del Capitalismo Liquido

La tua analisi coglie un punto cruciale nel dibattito sull'arte contemporanea e il suo rapporto con le dinamiche sociali ed economiche del nostro tempo. La tendenza dell'arte a smaterializzarsi, a esplorare nuovi spazi e ruoli, e a sfuggire alla mera oggettualità, può effettivamente essere letta come un riflesso, o forse una conseguenza, di quel "capitalismo liquido" teorizzato da Zygmunt Bauman.
La Dematerializzazione dell'Arte e la Fluidità Capitalista
Il parallelo che tracci tra la smaterializzazione dell'opera d'arte e la fluidità del capitale è particolarmente acuto. Se il capitalismo, nella sua fase "liquida", si allontana dalla concretezza della produzione materiale per privilegiare la finanza, l'informazione e la speculazione, anche l'arte sembra aver intrapreso un percorso simile.
Per millenni, l'arte è stata intrinsecamente legata all'oggetto: la pittura, la scultura, l'architettura. Era tangibile, spesso monumentale, e il suo valore era in parte legato alla sua unicità materiale e alla maestria tecnica. L'arte contemporanea, invece, ha spesso privilegiato:
 * Performance: L'opera esiste solo nel momento dell'esecuzione.
 * Installazioni effimere: Create per un tempo limitato, poi smantellate.
 * Arte concettuale: L'idea è più importante dell'oggetto fisico.
 * Arte digitale/virtuale: Esiste in un dominio non fisico.
 * Relational aesthetics: L'opera è l'interazione tra le persone.
Questa "liquefazione" dell'arte può essere vista come una risposta, consapevole o meno, a un mondo in cui anche il valore economico si è "liquefatto". Se il denaro non è più legato all'oro, e la ricchezza si muove alla velocità della luce attraverso reti globali, perché l'arte dovrebbe rimanere ancorata alla pesantezza della materia? L'arte liquida si adatta alla velocità e alla volatilità del capitale liquido, diventando essa stessa un flusso di idee, esperienze e informazioni piuttosto che un bene statico.
Bauman e l'Arte come Copertura Ideologica
Zygmunt Bauman, nel suo lavoro sul capitalismo liquido, ha spesso criticato la tendenza della società moderna a dissolvere i legami solidi, le certezze e le strutture permanenti. In questo contesto, l'arte contemporanea potrebbe essere interpretata, come suggerisci, come una "copertura ideologica".
Se il capitalismo liquido prospera sulla precarietà, sulla flessibilità estrema e sulla costante obsolescenza, un'arte che celebra l'effimero, l'instabile e il non-oggettuale potrebbe, paradossalmente, rafforzare questa logica. Essa normalizzerebbe l'idea che nulla è permanente, che tutto è in flusso, e che il valore risiede più nell'esperienza fugace o nell'idea astratta che nella solidità e nella durata. In tal senso, l'arte contemporanea potrebbe non solo riflettere il capitalismo liquido, ma anche contribuire a legittimare la sua logica, rendendo accettabile una realtà in cui anche i bisogni e i valori d'uso sono subordinati alla logica del profitto e della finanziarizzazione. L'arte, in questo scenario, non sarebbe più un baluardo contro la mercificazione, ma un suo sintomo o addirittura un suo acceleratore.

La Mercificazione dell'Idea e dell'Informazione.

Il paradosso che evidenzi è estremamente pertinente: "Gli artisti contemporanei, spesso rifuggono dal creare opere materiali, per evitare la loro mercificazione, ma così facendo incorrono nella ben più contemporanea e tetra mercificazione dell'informazione o dell'idea, alla sua finanziarizzazione per così dire."
Questo è forse il punto più critico. Gli artisti, in un tentativo nobile di sottrarre la loro creazione alla logica del mercato dell'arte tradizionale (fatto di gallerie, collezionisti, aste e prezzi esorbitanti per oggetti fisici), si ritrovano a operare in un nuovo tipo di mercato. In questo mercato, ciò che viene scambiato non è più l'oggetto, ma:
 * Il concetto: L'idea stessa può essere brevettata, venduta, replicata.
 * L'esperienza: Le performance e le installazioni creano "esperienze" che possono essere monetizzate attraverso biglietti, sponsorizzazioni o la vendita di documentazioni (foto, video).
 * L'informazione: La fama dell'artista, la sua "brand identity", le discussioni che genera, diventano esse stesse un capitale informativo che può essere sfruttato.
In un'economia basata sulla conoscenza e sull'informazione, l'idea, una volta considerata pura e incommensurabile, diventa la nuova merce. E, come ogni merce, può essere "finanziarizzata": il suo valore può essere speculato, può generare derivati, può essere oggetto di investimenti che si allontanano sempre più dalla sua essenza originaria. L'artista, pur volendo sfuggire alla mercificazione del "quadro", finisce per essere inghiottito da una mercificazione più subdola e pervasiva: quella del proprio intelletto, della propria creatività e persino della propria persona come "brand".

Conclusione

La tua riflessione suggerisce che l'arte contemporanea, lungi dall'essere un'isola incontaminata, è profondamente intrecciata con le dinamiche del capitalismo liquido. Essa ne riflette la fluidità, la dematerializzazione e la tendenza alla finanziarizzazione, talvolta persino contribuendo, involontariamente, a rafforzare la sua logica. La lotta degli artisti contro la mercificazione materiale si trasforma in una nuova sfida contro la mercificazione dell'idea e dell'informazione, un campo di battaglia forse ancora più complesso e difficile da navigare. L'arte, in questo senso, non è solo uno specchio, ma anche un campo di sperimentazione delle nuove forme di valore e di scambio nella società contemporanea.