venerdì 9 giugno 2023

L'arte si occupa solo del sublime...

 





Vi ricordate la disputa settecentesca sul bello e sul sublime? L'arte sarebbe forma, il sublime lo smisurato al di là della forma, quindi non alla portata dell'arte, che per natura sarebbe forma e porrebbe limiti.

Ebbene credo che l'arte si debba ( es mussen) occupare invece solo di sublime, tralasciando il bello, il finito, la forma.  E credo che di fatto già succeda sempre così nelle grandi opere d'arte. Quindi l' arte si occupa solo del sublime.

Perché nella natura dell'arte è trascendersi e aspirare a fare proprio ciò che le è impossibile. E' desiderio di infinito. Aspirazione al sublime. Chiudere l'infinito in una immagine sensibile, dicevano i filosofi idealisti. Ma l' infinito non si lascia chiudere. Solo se lo si lascia aperto, lo si può suggerire. Apertura, indefinito, incompiuto, schizzo, caos, non sono sintomi di svogliatezza, ma i soli modi che la rappresentazione ha per dire: badate che non stiamo rappresentando qualcosa, ma qualcosa di incompiuto, cioè il qualcosa più ciò che lo supera e trascende. Ma A unito a nonA, è proprio l' infinito: la dialettica del superamento del finito tramite la sua negazione...