sabato 10 dicembre 2022

intervista a me

Oggi ho il piacere di presentarvi l’Intervista a Ciro D’Alessio, scoprite il suo lavoro con noi.

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Sempre avuta la passione per la luce, la foto e i pittori impressionisti. A diciassette anni realizzo, per gioco, il mio primo dipinto ad olio. Fu tale il coinvolgimento emotivo e la sensazione di benessere, realizzazione e completezza che da allora non ho più smesso.

Quali persone, situazioni o artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

E’ una domanda a cui è difficile rispondere, perché tutta il mio percorso di vita, con tutte le persone incontrate, le esperienze fatte e le discipline studiate hanno avuto un influenza sul mio lavoro. Anziché citare maestri reali, vorrei qui citare dei maestri sui generis: un mio maestro è stata la luce e le atmosfere del luogo in cui sono nato e cresciuto, le insenature del mare e le secche di bassa marea di Marechiaro, le escursioni adolescenziali in kayak e il desiderio di lasciare una traccia di queste esperienze sensoriali di pienezza e gioia. Due maestri importanti e diversi sono stati per me due filosofi diversi tra loro: Marx e Nietzsche. Il loro invito ad amare la terra, il loro anti-idealismo, il loro ateismo positivo, mi hanno incoraggiato nell’ idea che rappresentare la luce e la natura non è attardarsi su tematiche minori, ma è andare al cuore della realtà. Tra i grandi pittori del passato quelli che maggiormente amo e di cui ho studiato la lezione sono Monet e Renoir, soprattutto in una prima fase. Oggi amo tutta la pittura che va da metà ottocento a fine novecento.

Cosa vuoi esprimere attraverso l’arte?

Cerco di esprimere a modo mio quello che credo sia il tema unico di tutte le opere d’arte, cioè l’universale che si fa sensibile. Nel mio caso, il palpito della materia-luce, la gioia di vivere, la volontà di andare oltre, di non lasciarsi contenere da limiti e forme, che non è altro che un desiderio di universale a cui si cerca di dare una forma sensibile.

Mi piacerebbe approfondire sul tuo ultimo progetto artistico, cosa puoi dirci?

Riallacciandomi alla domanda precedente, l’ intero mio percorso è un progetto che mira ad un unico scopo, che è dare veste sensibile all’ universale. Non credo che in arte si possa parlare di altro, non si possono avere temi e progetti particolari, altrimenti non è arte, ma illustrazione, rispettabilissima. Ci sono poi mostre particolari che mi danno spunto per affrontare il tema dell’ arte, sempre unico, partendo da soggetti occasionali e diversi: fino ad ora ho preso spunto dal paesaggio mediterraneo, e dal mito, nella prossima mostra affronterò soggetti legati ai paesaggi collinari e all’ ebbrezza dionisiaca.

Qual è il tuo rapporto con il mercato? che possibilità ci sono di emergere per un giovane artista?

Il mio rapporto col mercato non so quale sia. Dipingo per necessità di esprimermi e sono felice quando qualcuno apprezza il mio lavoro e lo compra, cosa che in alcuni periodi può succedere più spesso, in altri meno. Non so quali possibilità di emergere ci siano oggi. In arte non ci sono regole e nemmeno ci sono, quindi, regole seguendo le quali si emerge o meno. Ci si butta spinti da passione irrefrenabile, poi si può avere successo o meno. E direi il successo dovrebbe importare poco. L’ importante è operare avendo come stella polare quell’ ispirazione iniziale che ci ha spinti a fare arte, e non il desiderio di emergere.

Cosa consiglieresti ad un giovane che vorrebbe vivere di arte?

Nulla da consigliare perché un giovane che oggi vuole fare arte e viverci, di sicuro, già solo per il fatto che vuole ciò e non altro, tale giovane ha già tutto il coraggio e lo sprezzo per gli stenti e le cose effimere della vita, necessari a immolarsi all’arte.

Intervista a Ciro D’Alessio- Link ai contatti: Ciro D’Alessio – Professional Italian painter (contapt.it)

Francesco Cogoni.

mercoledì 19 ottobre 2022

Impazzire per la bellezza... dal Fedro di Platone

. Cosí solo la bellezza sortí questo privilegio di essere la piú percepibile dai sensi e la piú amabile di tutte. Chi pertanto [e] ha una lontana iniziazione o è già corrotto non può rapidamente elevarsi da questo mondo a contemplare la bellezza in sé di lassú, col mettersi a guardare ciò che qui in terra si chiama bello; cosicché egli la riguarda senza venerazione e, arrendendosi al piacere, come una bestia, si lancia a seminare figlioli, o abbandonatosi agli eccessi non prova timore né vergogna a perseguire piaceri contro [251 a] natura. Ma chi sia iniziato di fresco e abbia goduto di lunga visione lassú, quando scorga un volto d’apparenza divina, o una qualche forma corporea che ben riproduca la bellezza, súbito rabbrividisce e lo colgono di quegli smarrimenti di allora, e poi rimirando questa bellezza la venera come divina e se non temesse d’esser giudicato del tutto impazzito, sacrificherebbe al suo amore come a un’immagine di un dio. E rimirandolo, come avviene quando il brivido cede, gli subentra un sudore e un’accensione [b] insolita: perché man mano che gli occhi assorbono l’effluvio di bellezza, egli s’accende e col calore si nutre la natura dell’ala. Con il calore poi si discioglie intorno alle gemme l’ispessimento che, da tempo incallito, proibiva loro di germogliare. Affluendo il nutrimento, diviene turgida e lo stelo dell’ala riceve impulso a crescere su dalla radice, investendo l’intera sostanza dell’anima. Perché un tempo era tutta alata.